I don’t wanna talk. I just wanna dance!

“Non voglio parlare . Voglio solo ballare!” e voglio solo ballare quelle canzoni dove puoi fare quelle espressioni da demente e femme fatale. Voglio entrare ballando nello studio dove ogni pomeriggio Mentana parla della guerra in Ucraina con un bellissimo tutù da Lago dei Cigni, passandogli davanti e spararlo con una pistola ad acqua. Voglio entrare ballando nello studio di Otto e mezzo e far venire un colpo a Lilli Gruber. Voglio entrare ballando da Fazio, sedermi accanto a Burioni e stampargli sulla fronte due labbra rosse. Voglio entrare ballando al telegiornale di Rai1 delle 20.00 e agitare il mio sedere freneticamente.

La sicurezza mi prenderà e io non farò resistenza, continuerò ad avere gli auricolari con la musica a palla. Il mio tutù ricco di tulle riempirà la sedia e mi farà sentire come un bignè. Io continuerò a muovere la testa a ritmo della musica, strapperanno gli auricolari dalle mie bellissime orecchie (adesso arriva il bello) io continuerò a muovere la testa perché la musica è nel cervello.

Loro continueranno a chiedermi Nome e Cognome ma io non avrò documenti. Mentana entrerà nella stanza “Cara signora é una protesta? Potrebbe venirne a parlare nel mio studio se vuole” ma io mi alzerei dalla sedia e agiterei il mio sedere come un’anatra impazzita. Gruber entrerà nella stanza e vorrà portami affianco a Caracciolo ma io inizierei a saltare con le braccia al cielo. Un pesce ballerino e sorridente!

Arrivato a questo punto chiameranno la polizia, arriverà una pattuglia che mi porterà in commissariato ma io continuerei a ballare anche in macchina. Mentana mi guarderebbe con pietà mentre mi allontano ma io dal finestrino lo saluterei come la Regina Elisabetta. Mi prenderanno per pazza e saranno gentilissimi in fondo non sono pericolosa, il tulle crea tenerezza.

Nel frattempo hanno scoperto chi sono e non riescono a capire come una donna intellettuale e senza ombre nella vita indossa un tutù facendo un incursione negli studi televisivi come una ragazzina impazzita. Non risponderò a nessuna domanda, arriverà mio marito e i miei genitori si guarderanno chiedendosi se in famiglia abbiamo casi simili. Mia madre si ricorderà di una zia ballerina mentre i tedeschi rompevano un baule che conservava la biancheria della casa. “E’ genetica quindi?” domanderà mio padre.

Io intanto confinata in una stanza continuerò a ballare, un poliziotto suggerirà ad un collega di farmi fare un test per le droghe perché non ho bevuto insomma non puzzo di alcool (prima dello show ho spruzzato abbondantemente Hypnotic di Dior).

Mio marito cercherà di far capire che sono tempi difficili: Covid, dimissioni, guerra. Mio madre cercherà di far capire che è genetica, mio figlio non capirà cosa sia successo e io ballerò con il mio tutù davanti a prostitute sorridenti che penseranno alla prossima spesa per rendere i loro clienti più soddisfatti.

Alla fine dell’avventura mio marito chiederà “Perché?” e dopo aver fatto l’inchino davanti ai poliziotti e aver ricevuto il giusto applauso risponderò di spalle al Commissariato “Volevo solo rompere il cazzo a Mentana”.

La menopausa è pericolosa!

P.S: Ogni volta che vedo cose alla tv che non mi piacciono vedo questa scena!! Aiutatemi a comprare un tutù.

10 pensieri su “I don’t wanna talk. I just wanna dance!

  1. Mentre ti stai ancora esibendo in questa versione radical di protesta, da vera Twerking Queen, io entro nello studio televisivo, solidale con te, vestito da novello Zelensky con mimetica e anfibi, tirando per un braccio uno spaesato Orsini, agghindato con parrucca bionda e lunga ed un abito di lamé, per una versione queer da opinionista professorale e dopo averlo poi sfronbolato sul palco, usando una pashmina d’ordinanza che aveva intorno al collo glabro, a mò di fionda, lo faccio roteare e poi atterrare di culo sul pavimento, infine, guardandolo negli occhi timorosi, gli urlerei «Canta! Canta “L’anno che verrà” di Lucio Dalla!!»

    Ad un post come il tuo, rutilante, scoppiettante, frizzante, apparentemente immotivato ma in realtà figlio di tanta insofferenza, stanchezza o più prosaicamente rottura di coglioni, non potevo replicare in modo serio…

    Complimenti come sempre per la prosa, bye

      1. Nelle tue metafore sei in realtà molto chiara: questa cosa del tutù va risolta con un giro in un negozio per danzatrici classiche o di costumi teatrali…

      2. Questa immagine di te che balli davanti a dei conigli ha un che di disturbante nella mia mente non del tutto equilibrata giacché la associo immediatamente alla bizzarra serie di cortometraggi con conigli antropomorfi scritta e diretta da David Lynch nel 2002, appunto dal titolo Rabbits…
        È sempre bello fare incursioni da te.
        Bye

    1. Cara! Ridevo anch’io mentre lo scrivevo perché immaginavo tutta la scena. Ma già fa ridere io con il tutú … però sarei truccata alla perfezione

  2. Dice il cantante:

    Vivere in emergenza anestetizza l’anima
    Le toglie il senso del pericolo mortale
    In questo stato di indifferenza acuta è una novità
    Provare un brivido, qualcosa in cui sperare

    Sapere apprendere l’esperienza da una pila scarica
    Che non si ossida e si ostina a funzionare
    Avere il fegato e l’esigenza di ottenere in pratica
    Una ragione che ci possa provocare

    Una reazione umana

  3. Quanta amarezza (più che motivata) leggo in questo tuo sfogo. Francesco Guccini dice che non saremo migliori quando si tornerà alla normalità, perché gli uomini non imparano … dimenticano. Ma ci sarà mai una normalità ?

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