Bravi tutti voi

L’altra settimana con la mia piccola famiglia abbiamo affittato un appartamento in provincia di Belluno per trascorrere qualche giorno in silenzio. Siamo stati da martedì a sabato e poi siamo ritornati a casa. Nei giorni feriali non c’era praticamente nessuno infatti ci chiedevamo se il mondo fosse imploso e noi eravamo chiusi in un qualche mondo parallelo (niente tv e wifi) quindi giovedì siamo andati in un allegro paesello e lì abbiamo avvistato in totale 10 esseri umani e cinque cani e abbiamo comprato un giornale. Il mondo sfortunatamente era ancora lì compresa la Santachè (anche se io credo ancora per poco, questa in un certo senso è una fortuna. Prenditi pure la Venere di Botticelli che hai fatto prostituire e vai a casa, certo con tanti soldi sporchi ma per il momento vai a casa).

Il venerdì sera il mondo è arrivato da noi, famiglie che scaricavano bagagli e cani, bambini urlanti e lì abbiamo capito infatti il sabato siamo ritornati nell’allegro paesello e abbiamo contato 40 persone, 15 ciclisti, 20 motociclette e 30 cani già alle 11.00 mattina. Abbiamo preso un caffè e siamo ritornati a casa.

Sull’autostrada alle 12.00 nella corsia opposta c’erano già km. 5 di fila all’uscita di Belluno. Ho provato angoscia e mi sono ricordata di come lo scrittore finlandese Kari Hotakainen chiamava tutto quello che non fosse città nel suo libro “La grande migrazione” e cioè L’Area Ricreativa (espressione giusta e non c’è bisogno che la spieghi).

Nell’Area Ricreativa del libro ti propongono i cibi più curati, fashion, ottimi e particolari del tuo paese e nell’Area Ricreativa vivono solo gli animali ormai liberi dagli esseri umani e sono i più soddisfatti della decisione governativa. Nella nostra Area Creativa cerchiamo osterie particolari, posizioni spettacolari, cascate uniche che sputtaniamo senza pietà sui social.

Situazione ben diversa troviamo la città (sempre nel libro) ormai con problemi abitativi, sociali, economici e di convivenza tra etnie diverse (tutti quelli delle campagne sono stati costretti a lasciare le proprie case e venire a vivere in città).

La città raccoglie tutti e troviamo di tutto e di più anche gli influencer e scrittori del cazzo perché ormai è tutta fuffa ma fuffa venduta bene (sempre nel libro).

E qui torno ai nostri tempi e penso ai quei furboni dei Coldplay che vanno in giro per il mondo e nelle varie città propongono quelle cose “da pigliata per il culo”.

Napoli cantano Pino Daniele. Milano cantano O mia bella Madunina, Zurigo schiaffano Federer sul palco (gli svizzeri non hanno niente che va a genio a Chris Martin oppure non c’è nemmeno una canzone decente? E questo mi rende un po’ triste per gli svizzeri). Ora direte che sono gentilezze, per voi sono gentilezze? Io le trovo fuffa. I Colplay fanno musica e cazzo fate musica che c’entrano ste’ trovate. Pino Daniele è morto e se voglio ascoltarmelo lo ascolto, da O mia bella Madunina Dio c’è ne liberi un bel giorno e Federer era un alieno di tennista certo ma come cantante o nelle pubblicità fa cagare.

La verità è una sola, la musica, i libri, l’arte insomma tutto che fa parte del lato creativo o potremmo definirlo “artistico” non da troppo da mangiare, “l’artista” vuole di più anzi pretende di più, vuole diventare più famoso, più visibile (in fondo la visibilità rende monetariamente) e quindi investe su se stesso e diventa lui la merce e i social media servono solo per questo. Pur di essere presente diventano inconsapevoli e pubblicano tutte cazzate e si drogano della loro stessa vita, alzano sempre di più l’asticella e diventano anche volgari e noi comuni mortali non pensiamo più che questi una volta facevano i cantanti o gli scrittori in fondo diventano loro merce!

Ma la visibilità non è un problema che affligge i “famosi” ma anche noi comuni mortali, noi famosi negli orticelli provinciali perché tutti dicono che siamo bravi ma lo fanno solo per entrare nel tuo giro e quindi ci spostiamo come gli animali prima in un posto e poi in un altro ma in fondo siamo sempre gli stessi (in fondo come quelli che vanno da Primark poi Stradivarius e infine Pull e Bear infatti si vestono da schifo e fanno solo inquinamento come i primi del resto con i loro prodotti “Artistici”).

Nelle recensioni di questo libro ho trovato in modo ripetitivo che viene raccontata una realtà del futuro, io penso che lo scrittore abbia trovato la chiave giusta e cioè quella dell’osservatore cinico e siccome la realtà sarebbe troppo angosciante e anche un po’ offensiva, lui che fa? La presenta in una maniera futuristica quindi quale cazzo di futuro La grande migrazione racconta i nostri tempi e io da brava cinica e stronza lo ammiro come quando si guarda un quadro di William Turner e non un’opera di Damian Hirst o Jeef Koons.

E se in estate vi propongono letture leggere io invece no da brava stronza vi propongo questo e vi assicuro che vi piacerà tanto ma solo se siete stronzi come me.

https://www.youtube.com/watch?v=o6XlC88T8Fg

Anche questa canzone non scherza sull’argomento

Buone letture!

5 pensieri su “Bravi tutti voi

  1. Non posso restare indifferente a questo post.
    Non voglio ammorbare, per cui cercherò di essere sintetico nella mia risposta.
    Molto prima dell’avvento dei social media, al momento della diramazione dei primati dagli umani, i babbuini già mostravano il culo. Il culo dei babbuini è notoriamente rosso e certamente individuabile, e lo scopo di questa prerogativa era ed è l’affermazione della specie.
    Noi umani non mostriamo il culo (o almeno non sempre). Mostriamo la faccia. Non a caso uno dei social media più affermati, ormai persino superato, si è chiamato Facebook (mica Assbook). Sebbene le differenze siano non sempre immediatamente percettibili, esistono. Ma sono tutte a svantaggio della faccia.
    Alla fine ci siamo affermati anche noi. Ma su quel “ci siamo” io (e chiunque altro lo desiderasse) preferirei chiamarmi fuori. Auspico una nuova invisibilità, o perlomeno una visibilità limitata, selettiva e consapevole.

    1. I babbuini vivono nella foresta e devono mostrare il culo perchè sennò vengono accoppati proprio fisicamente non è una differenza da poco con il nostro mostrare la faccia o no?

  2. Devo avere questo libro, ma già mia angoscia. E’ come dici tu, è il presente, e non mi è mai piaciuto. Da bambina scrivevo col pennino e l’inchiostro, per tornare indietro nel tempo. Avevo capito tutto allora, è crescendo che ìlò’ho un po’ dimenticato…

    1. No no non è scritto in modo angosciante anzi io lo trovo divertente e poi stimola la consapevolezza che di questi tempi è quasi un miraggio.

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