Quando parti da Porto Empedocle con la nave per Lampedusa impieghi otto ore prima di arrivare e la nave fa la prima tappa a Linosa. Quando stai per arrivare a Linosa vedi da lontano un punto verde in mezzo al blu e ti senti tranquilla. La nave attracca alle 6 e quelli (tanta gente) sul molo stanno tutti lì con il naso all’insù e quelli sulla nave stanno tutti lì con il naso all’ingiù. Qualcuno saluta e sono tutti sorridenti. E’ la gioia di vedere gente, forse. Dopo un paio di ore di navigazione si vede Lampedusa o meglio si vede una scogliera bianca che ti da il benvenuto e sinceramente capisci che vivere lì non è una cosa facile e nemmeno chiamarli Italiani sia una cosa giusta. Sono ritornata a Lampedusa per lavoro e stavolta ho preso l’aereo e siccome io non guardo mai dal finestrino non so cosa cazzo si vede (ho sempre il posto esterno io al massimo posto centrale ma mai vicino al finestrino). Le persone che fanno vacanza a Lampedusa non lo sanno nemmeno che sbarcano tanti sfigati anzi lo leggono dal giornale ma, bisogna dire, che i giornali arrivano solo se arriva la nave della Siremar quindi possono rimanere senza sapere niente dal continente. La prima volta sono stata a Lampedusa per godermi il mare. La seconda volta sono stata sull’isola per lavoro e ho visto cose diverse. L’altra settimana camminavo in Campo San Barnaba a Venezia, stavo andando a prendere il vaporetto e ho sentito due signore dietro di me che parlavano di Lampedusa. “Sai, sono stata lì quindici giorni questi sbarcavano ma noi non abbiamo visto niente. Chissà dove li mettono? In fondo Lampedusa è anche piccola”. Volevo girarmi e dare indicazioni precise di dove li mettiamo, poi ho pensato alle scogliere, forse sono loro che creano distorsioni spazio-temporali e nascondono tutto e quindi mi sono fatta i cazzi miei. Perchè devo essere sempre io a creare problemi? A dare spiegazioni e poi nessuno che ti ringrazia per dire la verità anzi ti dicono che sei cinica e stronza!
Quando sono stata in Bretagna mi feci il giro di tutte le scogliere per arrivare fino a Cap Gris-Nez un capo vicino Calais dove si possono vedere le bianche scogliere di Dover. Chilometri e chilometri di costa francese per andare a trovare l’unico punto in tutta la Francia dove si può vedere, in una bella giornata, l’Inghilterra. Chissà se Hitler guardasse l’Inghilterra da qui e pensasse “Inglesi bastardi”. Uno spettacolo unico. Guardavo l’Inghilterra e volevo essere sulla scogliera di Dover e ora che ci sono penso a quello che scriveva David Foster Wallace in “Una cosa divertente che non farò mai più” cioè provi una sensazione di essere poca cosa e quindi viene la voglia di buttarti giù. Sei sulla scogliera di Dover in mezzo alla nebbia e la tipica pioggerellina inglese e invece di fare come il mio amico che si esalta cantando come un pazzo “King for a day” ti senti una nullità come quando sei in aereo e tutto il mondo che conosci non è sotto controllo anzi in questo momento nelle mie orecchie inizia a suonare “King of the pain” e pensare, come canta Sting, ci sia un fossile nella scogliera chissà da quanti millenni e io sono piccola cosa davanti alla Storia del mondo. Sarà anche qui colpa delle scogliere che creano distorsioni spazio-temporali. Due persone nelle stesso posto con emozioni e sensazioni diverse come succede a Lampedusa. Persone nella stessa isola con sensazioni diverse … sì … sì … è colpa delle scogliere! Posti strani sparsi nel mondo e tu ancora più strana che te li vai a cercare? Cazzo, non puoi fare la semplice turista con una lista “normale”: Parigi, Londra, Berlino, Barcellona, Praga o New York e fare fotografie “classiche” invece di andare a cercare il particolare (inutile peraltro).
E alla sera davanti ad un birra scrivi le tue ultime scogliere letterali (per rimanere in tema su Dover, Bretagna e Lampedusa) sul fazzolettino del pub facendo un gioco stupido con il tuo amico:
– V. di Thomas Pynchon (ma ci ritenterò)
– Denti bianchi di Zadie Smith
– Corri coniglio di Updike (non ci ritenterò)
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