… And the thrill of the chase moves in mysterious ways
So in case I’m mistaken,
I just wanna hear you say you got me baby
Are you mine?
Una mia amica lavorava come ragioniera in uno studio di commercialisti, definiva il suo lavoro “un calvario”. Alcuni clienti dello studio a un certo punto dell’anno chiedevano di diventare “poveri” e i commercialisti proponevano dei veri e propri voli pindarici pur d’accontentarli. La mia amica dopo quattro anni di calvario si è licenziata (si può parlare di licenziamento quando si lavora “a nero”?) e non parlatele di 740 potrebbe azzannarvi al collo.
La parola “tassa” in Italia è un concetto incomprensibile . Il significato invece è chiaro. Lo Stato per dare i servizi ai propri cittadini ha bisogno di risorse finanziarie. Le tasse sono le risorse finanziarie dello Stato e sono pagate in base al reddito guadagnato in un anno. La procedura non fa una piega e allora perché in questo paese si parla da vent’anni di evasione fiscale? La risposta è palese. Il popolo italiano non ha una chiara visione di quello che comporta essere cittadini di uno Stato (forse non ha ancora capito nemmeno cos’è uno Stato). Giustizia ed equità sono parole vuote per gli italiani, infatti, loro temono solo una parola anzi due: Equitalia e Agenzia delle Entrate. Sono disposti a tutto pur di non incontrarle nel cammino di contribuenti … forse per questo si dichiarano “poveri”? Chissà!
David Foster Fallace nel suo ultimo libro scrive proprio dell’Agenzia delle Entrate degli Stati Uniti d’America. “Il Re pallido” dimostra come il mondo delle tasse americano non è molto lontano da quello italiano (il nostro 740 da loro è il 1040). “Se sai quale posizione una persona rispetto alle tasse puoi stabilire la (sua) filosofia. La legge fiscale, una volta che la conosci, incarna l’intera essenza della vita (umana): avidità, politica, potere, bontà, spirito di carità.” dice il direttore del Centro controlli regionali del Midwest a un giovane Wallace. Oddio, se dessimo a questa frase, un valore di Verità assoluta cosa significherebbe? Oddio questo vuol dire che sono circondata da avidi e da egoisti? … Cazzo!
Ma David Foster Wallace è un genio. Egli usa l’Agenzia delle Entrate per scrivere della noia e dei motivi perché la temiamo? “Forse perché la noia è intrinsecamente dolorosa; forse da qui traggono origine espressioni come “noia mortale” o “noia straziante”. Ma potrebbe non essere tutto. Forse la noia è associata al dolore psichico perché una cosa noiosa o nebulosa non fornisce abbastanza stimoli capaci di distrarre da un altro tipo di dolore più profondo che è sempre lì, sia pure in secondo piano, e la maggior parte di noi impiega quasi tutto il tempo e le sue energie per distrarsi e non sentirlo, o almeno non sentirlo direttamente o con la piena attenzione. Devo ammettere che il tutto è un po’ confusionario e che è difficile parlarne in astratto … ma di sicuro dev’esserci qualcosa dietro non solo la musichetta nei posti noiosi e monotoni ma addirittura la Tv nelle sale d’attesa, alle casse dei supermercati, ai gate degli aeroporti, tra i sedili posteriori dei SUV, Walkman, iPod, Blackbarry, cellulari che si attaccano alla testa. Questo terrore del silenzio senza poter far niente che distragga …”.
Non trovate geniale parlare della noia nelle nostre vite partendo dall’Agenzia delle Entrate? Per gli italiani anche le tasse sono una noia o no? Meglio non pagarle. Questo libro è perfetto anche nel fatto di essere incompleto. Il Re pallido è un’opera ambiziosa e forse Wallace non l’avrebbe mai completato perché sulla vita e sulle tasse c’è sempre qualcosa di nuovo d’aggiungere e da scrivere.
DFW è un genio e chi afferma il contrario non capisce la difficoltà di vivere i tempi post-moderni.
Sono anni che giro intorno a DFW senza avere il coraggio di approcciarlo, questa recensione mi ha incoraggiato!!!
David Foster Wallace deve essere letto, poi si decide: amarlo o odiarlo! La via di mezzo non esiste con questo scrittore. Ti consiglierei come prima lettura “Una cosa divertente che non farò mai più” e poi dopo questo decidere come farsi male. Ti ho incoraggiato? Bene allora non sono così pessimista come sembra …
Come immaginerai non l’ho ancora aperto, ho letto qua e là delle impressioni. Una sola cosa, si sente che era ancora un romanzo in lavorazione?
Secondo me sì…